L'amore per la Malvasia di Casorzo si misura a due cifre.
Questo il trend di crescita della piccola e profumata Doc sul mercato internazionale. Il Vino che ha nella rosa uno dei suo sentori nel bicchiere ha nella Cantina sociale la sua casa che da domenica è ampliata con un moderno punto vendita. Qui la Malvasia è regina ma offre al consumatore tutte le etichette della cooperativa.
La cooperativa
Quest’anno spegne 65 candeline, essendo nata nel 1951, e raggruppa oggi 159 coltivatori. Ora è punto di riferimento per una cinquantina di soci e di un intero territorio che coltivano circa 200 ettari con una decina di denominazioni.
L'ultima produzione registra circa 15 mila ettolitri mentre le bottiglie sono 450 mila. Di questi 4 mila 500 ettolitri sono di Malvasia e 200 mila bottiglie. Dei 50 ettari della Doc istituita nel 1968, 40 ovvero l'80% del totale fanno riferimento proprio alla cantina presieduta da Stefano Bruno.
«Vino che ha ormai conquistato i palati stranieri, in particolare gli Usa. Ma anche I’Oriente sta scoprendo il più femminile dei vini, protagonista il 25 maggio a Tokyo del “Love Rose Event”. Il fatturato sul mercato estero in pochi anni si è moltiplicato trenta volte, raggiungendo i 250 mila euro», precisa Bruno.
Il presidente rimarca però anche la «strategicità» del mercato locale e quindi del punto vendita «dove transitano oltre 25 mila clienti l'anno che si servono non solo di Malvasia ma di tutti i nostri vini, in bottiglia, sfuso e nei bag in box. Lo spaccio da solo fattura oltre 1 milione di euro».
Numeri importanti che giustificano l’investimento per la creazione di quella che è la miglior vetrina del Malvasia e delle sue sorelle.
Tratto da "La Stampa" del 19 Maggio 2016.